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venerdì 19 luglio 2013

Factory Editoriale

C'era una volta una casa editrice piccola ma funzionale di cui, tra l'altro, non avevo mai sentito parlare. Perdonatemi ma sono in questo modo da relativamente poco tempo.

Il padrone di casa un bel giorno ha deciso che voleva fare le cose in grande e ha ben pensato di ingrandire lo stabile e di avviarci dentro una bella fabbrica.

Ha spulciato tanti curricola (tra cui il mio) e ha deciso la composizione del suo team di lavoro, il capitale umano necessario allo svolgimento delle attività.

E fu così che fu avviata la prima factory editoriale italiana, e fu così che mi sono ritrovato a farne parte.

In buona sostanza, ora ho un editore che vuole pubblicare ciò che scrivo, ho altri scrittori a supporto, ho una struttura cui dare il mio aiuto e da cui ricevere aiuto in caso di bisogno.
Sono contento di tutto ciò.

Chi mi conosce, però, sa che io agisco per il meglio ma mi preparo sempre al peggio.
Le premesse sono molto buone, staremo a vedere ora come evolverà la situazione, se si riuscirà a instaurare un buon rapporto di collaborazione con gli altri autori, se il dialogo sarà costruttivo, se si formeranno i tipici "gruppetti" di manipolazione.
Insomma, l'idea è buona, il primo approccio anche, ma quando ci sono degli interessi in ballo, ho imparato che le persone si comportano nei modi più assurdi, anche autodistruttivi a volte.

Confidiamo nell'editore che, a mio avviso, pare una persona competente e intransigente il giusto per tenere eventuali arroganti (che non mancano MAI) in carreggiata.

Quindi un sentito in bocca al lupo a tutti quelli a bordo, all'editore, a me nello specifico e a questo progetto ambizioso, che non debba mai naufragare e non perda mai la bussola.
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